Quarantena giorno 3
Sono andata a letto presto, ho aperto gli occhi intorno alle
quattro, mi sono svegliata alle otto e trenta. la vestaglia penzola dallo
schienale della sedia, insieme al foulard che ho deciso di mettermi in testa.
Guardo fuori dalla finestra, anche oggi c’è il sole. Faccio prendere aria alla
stanza e ne approfitto per respirarla un po’ anch’io. Giro la manopola della
doccia, mi spoglio e mi guardo allo specchio: questi fianchi e questa pancia
proprio non mi piacciono. Dovrei fare un po’ di movimento: «Possiamo correre intorno al tavolo» ha
proposto mia sorella. Mi lavo insaponandomi compulsivamente. Mi avvolgo
nell’asciugamano, ho le mestruazioni. Pettino i capelli, li tengo fermi con un
foulard. Sciacquo il viso, spalmo la crema, metto il rossetto. Mi sistemo come
se dovessi uscire per andare a lezione. Apro l’armadio, quel maglione andrà
benissimo. Ai piedi ho le pantofole e i pantaloni aderenti li ho incastrati
nell’estatico dei calzini. Alle dieci devo collegarmi, ho appuntamento con la
professoressa. Scaldo il latte, lo monto a neve. Tre, quattro fette biscottate
e qualche noce. Ho tante cose da fare ma so già che non ne farò neanche una.
Ore nove, mia madre mi domanda cosa vorrei mangiare per pranzo. Oggi pesce,
orata e salmone, ha già deciso. «Le patate
ci sono?» Mi risponde di sì. Mi lavo i denti
fissandomi intensamente allo specchio, mi è spuntato un brufolo al lato della
bocca, devono essere stati i dolci che sto mangiando. Ahia, come mi annoio. Ore
dieci e quindici, sono collegata in rete, sto partecipando alla lezione
virtuale. La connessione va e viene, la professoressa parla a scatti, sembra
una puntata di Twin Peaks. «È la prima
esperienza per tutti» si giustifica con una punta
d’imbarazzo nella voce. Manca poco alla fine, ormai mi sono distratta, sto già
pensando agli spettacoli che dovrò scegliere di guardare per il seminario di
critica teatrale. Saluto la professoressa e mi precipito a sfogliare le e-mail
depositate nella casella di posta.
Se siete arrivati a leggere fin qui e questo vi sembra solo
un noioso e banale elenco di azioni comuni e per niente interessanti beh, congratulazioni per la vostra perspicacia perché le cose stanno proprio così. La mia vita, attualmente, è
solo un noioso e banale elenco di azioni comuni e per niente interessanti. Ma
non temete, è solo questione di tempo, la mia famiglia inizia già a dare segni
di cedimento. Tra qualche giorno ci sarà da ridere… o da piangere. Non
ditemelo, non voglio rovinarmi la sorpresa. Dopo pranzo è iniziata una
discussione avente per tema il “nervosismo”. In poche parole, è successo che
mia sorella ha iniziato ad incolpare mio padre di non saper tener saldi i nervi
e mio padre, a sua volta, ha ribattuto dicendo che lui non era mai stato più
tranquillo ed in pace con sé stesso prima d’ora. Secondo lui siamo noi donne,
io, mia madre, la gatta e mia sorella, a non saper gestire questa situazione di
emergenza. Io ho contribuito ad alimentare il dibattito sentenziando che,
secondo me, in questi casi è impossibile mantenere la lucidità. Mia sorella mi
ha subito dato ragione. Mia madre ci ha domandato cosa volessimo mangiare per
cena. Papà ha detto che non si può andare avanti così, io gli ho detto che era
vero e mi sono guardata intorno.
«È buona la torta al cioccolato
che hai comprato?» Domando a mia sorella.
«Sì, l’ho mangiata a colazione»
Dopo pranzo ho guardato uno degli spettacoli che avevo
scelto. ci ho impiegato un’ora in più del previsto per vederlo tutto. Dannata
connessione. Quanto avrei voluto sentire le grida degli attori dal vivo, farmi
violentare da quei corpi sudati che si dimenavano ossessivamente sul
palcoscenico. E invece niente, me ne devo stare seduta sul letto ad imprecare
contro una connessione internet capricciosa.
Nonostante io tenga meticolosamente sprangata la porta della
mia camera, dalle stanze accanto mi giungono echi di parole rabbiose e cariche
di risentimento. Mi domando chi di noi sarà il primo a perdere il senno.
«Dobbiamo mantenere la calma,
siamo tutti sulla stessa barca.»
«Posso uscire a fare una passeggiata?»
«Non farci preoccupare, resta in casa.»
Casa mia è piena di pane e biscotti. I
carboidrati riempiono i miei pomeriggi: il mio culo giace su un’enorme, soffice
pagnotta. Ho il viso gonfio, devo fare un po’ di movimento. Ho deciso che
inizierò a scrivere un diario. Mai nella vita mi sarei aspettata di dover
assistere ad un evento simile, si salvi chi può! Poco fa mi sono arrivati dei
libri, il corriere ci ha lasciato il pacco davanti il cancello di casa e papà è
sceso a prenderlo. L’ho aperto sul pianerottolo, in mezzo alle scarpe. Ho
tirato fuori i libri dal cartone e ho lasciato la scatola accanto ai vasi delle
piante. «Vai a lavarti le mani» mi ha intimato mia madre. Mi chiudo la porta
alle spalle, ho la pelle secca. Abbiamo tutti la pelle secca ma, tra una
chiacchiera e l’altra, qui nel frattempo s’è fatto tardi. Oggi ho imparato che
lo Stato italiano è uno dei più grandi produttori di kiwi al mondo. Beh, direi
che per oggi è tutto. Buonanotte.
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